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Le Tavole di San Giuseppe a Minervino di Lecce, Cocumola, Specchia Gallone

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Borghi Divini tra Santi, fiabe e megaliti - Minervino di Lecce 17-18-19 Marzo 2024

Data:

18 Marzo 2024

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Descrizione

Cosa possono rappresentare oggi le “Tavole di San Giuseppe” se non una corretta pratica per avviare una virtuosa destagionalizzazione delle presenze turistiche nei piccoli borghi, congestionati soprattutto nei mesi estivi? La scelta di avviare una nuova narrazione dei riti della Pasqua salentina mira a favorire un turismo lento e di prossimità, che vada alla ricerca delle destinazioni minori, alla riscoperta delle tradizioni, delle feste singolari o popolari, dove gli abitanti dei territori si confondono con i turisti, in un esempio di reciproca combinazione. Un turismo che trattiene in sé le caratteristiche esperienziali e contribuisce alla scoperta dell’autenticità delle comu- nità, dando l’esclusiva all’ospite viaggiante di partecipare alla vita “reale” nella festa della comunità ospitante.

Vivere un’esperienza intima, coinvolgente, dove ci si sente a casa. Così il turista potrà interagire con le persone, la storia e le tradizioni del luogo e, non accontentandosi più di ricordare il proprio viaggio semplicemente scattando foto, vedrà completate le proprie attese nel fare proprie quelle autentiche esperienze di vita di comunità che trovano la massima espressione nelle tavole imbandite a festa.

Prendere per mano gli escursionisti motivandoli alla scoperta del patrimonio immateriale salentino attraverso uno degli eventi più sentiti e partecipati dalle comunità locali. Tale è la vision del progetto presentato.

L’obiettivo è un turismo sostenibile di prossimità, responsabile, legato maggiormente alla condivisione e tutela delle tradizioni, della cultura e dell’ambiente. Attuare una strategia a lungo termine di conoscenza e mappatura delle risorse per identificare

Minervino di Lecce come una destinazione del turismo culturale ed enogastronomico per cui tornare in Salento, in Puglia, al di là del periodo estivo, per vivere l’autenticità della festa, ritrovare degli amici con i quali condividere nei modi sacri del rito la convivialità e la frugalità del pasto presentato sulle “Tavole di San Giuseppe”.

Di fatti tra le risorse fondamentali di Minervino di Lecce ed anche tra i riti più significativi della tradizione salentina, un posto di rilievo è occupato dalle “Tavole di San Giuseppe”, che si tengono il 18 e il 19 marzo per celebrare San Giuseppe. Ad omaggiare il Santo, secondo alcuni antichi e tradizionali rituali, sono, in maniera particolare, alcuni paesi della zona di Otranto, come Minervino di Lecce e le frazioni di Cocumola e Specchia Gallone.

Le “Tavole di San Giuseppe” hanno origini antichissime e il loro significato va ricercato nella pratica delle famiglie benestanti di provvedere al sostentamento degli indigenti. Ciò avveniva annualmente in occasione della festività di San Giuseppe e oggi la consuetudine mutualistica si rinnova con l’organizzazione di grandi tavolate, allestite sia presso le piazze principali dei paesi organizzatori, che all’interno di abitazioni private.

Le tavolate vengono regolarmente imbandite con i prodotti agro silvo pastorali del Salento e regolate secondo delle precise regole. Se in antichità i commensali protagonisti della festa erano gli indigenti, al giorno d’oggi le famiglie che ospitano la tavolata invitano generalmente amici e parenti, scegliendo talvolta tra coloro che versano in condizioni di necessità, sempre nell’ottica del mutualismo e della umana considerazione.

Ogni tavolata deve avere come protagonisti un determinato numero di Santi, che vanno da un minimo di tre (San Giuseppe, la Madonna e Gesù Bambino) a un massimo di tredici. Per gli inviti si procede esclusivamente a coppie, poiché la tradizione stabilisce che il numero dei Santi debba essere dispari. Al centro di ogni tavolata spicca un’icona della Santa Famiglia oppure di San Giuseppe.
A fianco del commensale che interpreta il ruolo di San Giuseppe, si addobba un bastone con dei fiori bianchi, per simboleggiare il miracolo che permise di scegliere Giuseppe come sposo di Maria.

A rafforzare la religiosità della festa, vi è la visita del sacerdote del paese, il quale passa presso le Tavole per portare la sua benedizione e dando il via al pranzo.

Colui che interpreta San Giuseppe dirige il banchetto, stabilendo attraverso tre colpi di forchetta il momento in cui è passare alla pietanza successiva, ordinando ai commensali di smettere di mangiare e di prepararsi per la prossima portata.

Le Tavole di San Giuseppe richiedono la preparazione di ben 169 piatti, esattamente 13 pietanze per ciascuno dei 13 Santi presenti. Tutti i cibi fanno parte della tradizione gastronomica del Salento, espressione della stagionalità: immancabile la pasta fresca di grano duro con ceci e cavoli, che nel dialetto locale è conosciuta come massa e nella frazione di Cocumola diventa vermiceddri, ma ci sono anche i lampascioni sott’olio – a rappresentare l’imminente passaggio dall’inverno alla primavera – e ancora le pittule, le verdure lesse, il baccalà, il pesce fritto e molto altro.

Multimedia

A cura di

Sindaco

Via Duca degli Abruzzi, s.n

Minervino di Lecce (LE), 73027

Ultimo aggiornamento: 29/03/2024, 17:52

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